"BIDELLI" A CINQUE STELLE
VIVA I BIDELLI :: *Gli altri sono "i belli" e noi siamo "i bidelli"* :: Temi politici, sociali ed un po' filosofici
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"BIDELLI" A CINQUE STELLE
Mentre scriviamo questo trafiletto la campagna elettorale è in dirittura d'arrivo e Beppe Grillo sta infiammando il suo popolo in Piazza San Giovanni, a Roma. Noi non siamo lì fisicamente, per impedimenti oggettivi, ma con il pensiero ci siamo anche noi. Apparirà a certuni strano che siamo schierati con Grillo, proprio noi “bidelli”, resistendo alla forte tentazione di appoggiare Ingroia, della cui attenzione siamo non poco lusingati.
Proprio noi con Grillo, noi che abbiamo sempre detestato e combattuto la demagogia, noi che non crediamo nel popolo come attore politico (ed ancor meno crediamo nel popolo italiano), noi che:
non riponiamo fiducia nel buon senso al potere, non pensiamo che basti;
riteniamo che la politica sia un'arte che richiede esperienza, e che il limite dei due mandati, imposto anche ai rappresentanti capaci e addirittura ai campioni, danneggi la popolazione rappresentata;
abbiamo provato fastidio acuto per il caso-Favia, e tanta simpatia e solidarietà umana per quel nostro concittadino umiliato;
non digeriamo ancora la recente esternazione anti-sindacale di Grillo;
abbiamo una percezione per niente buona di Casaleggio, e si potrebbe continuare...
Perché con Grillo allora? PERCHÉ È L'UNICO CHE METTA IN DISCUSSIONE IL DEBITO PUBBLICO, OVVERO LA NECESSITÀ DI PAGARLO.
(In second'ordine: ha gli occhi da buono (come gli altri leaders non hanno), sa toccare le corde della nobiltà e dei buoni sentimenti nell'animo di ogni persona di buona volontà, come faceva Bob Kennedy, sa trasformare il popolo (che lo segue) in comunità. Ed è quest'ultima dote che occorre per affrontare le sfide che attendono la nostra povera Italia ed il mondo intero. Un'Italia che ritrovi il suo spirito solidaristico e comunitario è capace di qualunque impresa, come dimostrò il nostro ormai remoto, eroico dopoguerra).
Proprio noi con Grillo, noi che abbiamo sempre detestato e combattuto la demagogia, noi che non crediamo nel popolo come attore politico (ed ancor meno crediamo nel popolo italiano), noi che:
non riponiamo fiducia nel buon senso al potere, non pensiamo che basti;
riteniamo che la politica sia un'arte che richiede esperienza, e che il limite dei due mandati, imposto anche ai rappresentanti capaci e addirittura ai campioni, danneggi la popolazione rappresentata;
abbiamo provato fastidio acuto per il caso-Favia, e tanta simpatia e solidarietà umana per quel nostro concittadino umiliato;
non digeriamo ancora la recente esternazione anti-sindacale di Grillo;
abbiamo una percezione per niente buona di Casaleggio, e si potrebbe continuare...
Perché con Grillo allora? PERCHÉ È L'UNICO CHE METTA IN DISCUSSIONE IL DEBITO PUBBLICO, OVVERO LA NECESSITÀ DI PAGARLO.
(In second'ordine: ha gli occhi da buono (come gli altri leaders non hanno), sa toccare le corde della nobiltà e dei buoni sentimenti nell'animo di ogni persona di buona volontà, come faceva Bob Kennedy, sa trasformare il popolo (che lo segue) in comunità. Ed è quest'ultima dote che occorre per affrontare le sfide che attendono la nostra povera Italia ed il mondo intero. Un'Italia che ritrovi il suo spirito solidaristico e comunitario è capace di qualunque impresa, come dimostrò il nostro ormai remoto, eroico dopoguerra).
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