La saggezza del Sutra del Loto
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VIVA I BIDELLI :: *Gli altri sono "i belli" e noi siamo "i bidelli"* :: Temi politici, sociali ed un po' filosofici
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La saggezza del Sutra del Loto
"Non c'è vera felicità per gli esseri umani al di fuori del recitare Nam-myoho-renge-kyo" (GZ. 1143) Nichiren Daishonin
La felicità? Un'utopia. Possibile? Non volevo crederci...... eppure.....
Noi comuni mortali siamo destinati in questa vita terrena a soffrire, perchè la vera felicità, quella che definiamo assoluta, la troveremo nella vita ultraterrena e dobbiamo contentarci se riusciamo ad ottenere la serenità che è un considerevole traguardo. Quindi questa sensazione di assoluta libertà, di onnipotenza è frammentaria e svanisce quasi subito. Non volevo arrendermi a questa condizione e, diciamo la verità, non mi interessava neppure, ero sempre alla ricerca di qualche cosa che potesse darmi conferma che in qualche modo la mia vita, il mio io potesse trasformarsi e potesse mutare anche la mia continua
insofferenza, volevo manifestare tutta me stessa ma sembrava che una montagna insormontabile mi impedisse di fare emergere il potenziale immenso intrinseco alla vita di ognuno di noi. Allora, mi ritrovavo a meditare sui pensieri filosofici di Epicuro, Aristotele, Kant, Freud e Nietsche (i miei filosofi preferiti) traendone le conclusioni che fossero solamente pure teorie non realizzabili. Però, nonostante tutto, una parte di me aveva l'assoluta certezza che nascosta dietro quella cortina di nebbia vi fosse qualcosa di realmente più profondo. La mia vita trascorreva così, nell'assoluta incertezza e, di
conseguenza, mi trascinavo nella superficialità e nell'abulia. Finalmente, una sera in cui mai mi ero sentita tanto microcosmo dell'universo e legata indissolubilmente a tutta l'umanità, è cambiata radicalmente la mia vita, ho conosciuto il Buddismo di Nichiren Daishonin! Inizialmente tanto era lo stupore che non potevo crederci, si parlava di felicità per tutti, nessuno escluso, obiettivi realizzabili e benefici megagalattici che decisi proprio di provare, tanto non mi avrebbe danneggiato sicuramente e così, nonostante il mio scetticismo, iniziai. E poi l'ambiente era favorevole, mi sentivo veramente a
casa mia ............. Oggi a distanza di anni posso affermare con sicurezza che la felicità non è effimera e di brevissima durata ma la si può afferrare in ogni momento, basta solo volerlo! Non ci vuole molto per essere felici, la felicità può essere ritenuta eccezionale come contenuto della mente ma non è niente di straordinario, è facilmente raggiungibile, non è necessario cercarla chissà dove, possiamo avercela sotto gli occhi. La mia crescita interiore è avvenuta poco alla volta ed io ho finalmente trovato me stessa! Con tutte le mie forze e la mia buona volontà ho seguito i consigli di Nichiren Daishonin
(il fondatore di questo Buddismo mahayana) studiando i suoi scritti e di Daisaku Ikeda (l'attuale Presidente della Soka Gakkai, l'organizzazione che porta avanti questo Buddismo) e ho cercato il più possibile di scartare il superficiale ed abbracciare il profondo acquistando così una libertà interiore che mi assicura che comunque posso fare emergere il mio potenziale massimo in tutte le situazioni, basta solo volerlo. E' cambiato anche il mio modo di vedere e vivere la vita, mentre nella fase pre-Buddismo mi limitavo ad essere
spettatrice della mia vita, adesso sul palcoscenico di essa sono la protagonista. Ho imparato moltissime cose, prima fra tutte che ognuno di noi, tutti, nessuno escluso, volendo può fare emergere il potenziale massimo e trasformare radicalmente la propria vita attraverso le tre esistenze di passato, presente e futuro. Certo, il mio cammino è ancora lungo, ma sono sicura che ci riuscirò, l'importante è crederci e avere fiducia, non rifiutarsi di vedere il gioiello prezioso che è in noi. La parola "gioia"deriva
dall'Indoeuropeo e significa "brillare". Noi quindi brilleremo se lucideremo lo specchio della nostra vita, come? Se non ho disturbato troppo continuo alla prossima!
La felicità? Un'utopia. Possibile? Non volevo crederci...... eppure.....
Noi comuni mortali siamo destinati in questa vita terrena a soffrire, perchè la vera felicità, quella che definiamo assoluta, la troveremo nella vita ultraterrena e dobbiamo contentarci se riusciamo ad ottenere la serenità che è un considerevole traguardo. Quindi questa sensazione di assoluta libertà, di onnipotenza è frammentaria e svanisce quasi subito. Non volevo arrendermi a questa condizione e, diciamo la verità, non mi interessava neppure, ero sempre alla ricerca di qualche cosa che potesse darmi conferma che in qualche modo la mia vita, il mio io potesse trasformarsi e potesse mutare anche la mia continua
insofferenza, volevo manifestare tutta me stessa ma sembrava che una montagna insormontabile mi impedisse di fare emergere il potenziale immenso intrinseco alla vita di ognuno di noi. Allora, mi ritrovavo a meditare sui pensieri filosofici di Epicuro, Aristotele, Kant, Freud e Nietsche (i miei filosofi preferiti) traendone le conclusioni che fossero solamente pure teorie non realizzabili. Però, nonostante tutto, una parte di me aveva l'assoluta certezza che nascosta dietro quella cortina di nebbia vi fosse qualcosa di realmente più profondo. La mia vita trascorreva così, nell'assoluta incertezza e, di
conseguenza, mi trascinavo nella superficialità e nell'abulia. Finalmente, una sera in cui mai mi ero sentita tanto microcosmo dell'universo e legata indissolubilmente a tutta l'umanità, è cambiata radicalmente la mia vita, ho conosciuto il Buddismo di Nichiren Daishonin! Inizialmente tanto era lo stupore che non potevo crederci, si parlava di felicità per tutti, nessuno escluso, obiettivi realizzabili e benefici megagalattici che decisi proprio di provare, tanto non mi avrebbe danneggiato sicuramente e così, nonostante il mio scetticismo, iniziai. E poi l'ambiente era favorevole, mi sentivo veramente a
casa mia ............. Oggi a distanza di anni posso affermare con sicurezza che la felicità non è effimera e di brevissima durata ma la si può afferrare in ogni momento, basta solo volerlo! Non ci vuole molto per essere felici, la felicità può essere ritenuta eccezionale come contenuto della mente ma non è niente di straordinario, è facilmente raggiungibile, non è necessario cercarla chissà dove, possiamo avercela sotto gli occhi. La mia crescita interiore è avvenuta poco alla volta ed io ho finalmente trovato me stessa! Con tutte le mie forze e la mia buona volontà ho seguito i consigli di Nichiren Daishonin
(il fondatore di questo Buddismo mahayana) studiando i suoi scritti e di Daisaku Ikeda (l'attuale Presidente della Soka Gakkai, l'organizzazione che porta avanti questo Buddismo) e ho cercato il più possibile di scartare il superficiale ed abbracciare il profondo acquistando così una libertà interiore che mi assicura che comunque posso fare emergere il mio potenziale massimo in tutte le situazioni, basta solo volerlo. E' cambiato anche il mio modo di vedere e vivere la vita, mentre nella fase pre-Buddismo mi limitavo ad essere
spettatrice della mia vita, adesso sul palcoscenico di essa sono la protagonista. Ho imparato moltissime cose, prima fra tutte che ognuno di noi, tutti, nessuno escluso, volendo può fare emergere il potenziale massimo e trasformare radicalmente la propria vita attraverso le tre esistenze di passato, presente e futuro. Certo, il mio cammino è ancora lungo, ma sono sicura che ci riuscirò, l'importante è crederci e avere fiducia, non rifiutarsi di vedere il gioiello prezioso che è in noi. La parola "gioia"deriva
dall'Indoeuropeo e significa "brillare". Noi quindi brilleremo se lucideremo lo specchio della nostra vita, come? Se non ho disturbato troppo continuo alla prossima!
Patty B.- Messaggi : 15
Data d'iscrizione : 17.01.10
BENVENUTA !
Benvenuta cara Patty e benvenuto il tuo messaggio buddista in questo forum. I bidelli sono di per sè, per la loro stessa funzione, al servizio di ogni cultura. Ed inoltre il buddismo è cultura di pace e di armonia. Un insegnamento cristiano dice che le dottrine buone si riconoscono dai loro frutti, ed i frutti del buddismo sono innegabilmente buoni.
Re: La saggezza del Sutra del Loto
Con gioia partecipo alla gioia di chi percorre un cammino che ha per meta la felicità e mi ricorda che "il regno dei cieli e vicino". Non una prefigurazione apocalittica, ma la constatazione che il "regno dei cieli", cioè a dire la Felicità assoluta, è vicina a noi in ogni momento della nostra vita. Basta trovarla. Per trovarla occorre soprattutto il silenzio, forse sono troppe anche le parole "Nam-myoho-renge-kyo". Solo silenzio come insegnavano gli anacoreti. Il silenzio che diventa libertà, parola, incontro vero con Dio. Se gli facciamo spazio entra, se entra ci nutre, se ci nutre ci rivela "cieli nuovi e terra nuova".
cigoli- Messaggi : 2
Data d'iscrizione : 12.10.09
La ricerca della felicità
Cara Patty,
già, la felicità, sempre irraggiungibile, illusoria e sconosciuta.
Invano, per tutta la vita cerchiamo di viverla, almeno di avvicinarci ad essa, percorrendo strade diverse e attuando propositi, fini che, anche per poco, ci facciano assaporare qualcosa di prossimo a quella che noi pensiamo essere la felicità.
Ma se la felicità è solo una parvenza, quasi il simulacro di una condizione umana auspicata, desiderata, ma impossibile, vale la pena, allora, cercare quanto è fuori dalle possibilità concrete della nostra vita?
Da sempre attendiamo la felicità senza mai conoscerla, incontrarla, lasciandoci, così, appagare, ma pure frustrare dalla speranza che tale incontro, comunque, sia nelle nostre possibilità!
In proposito, richiamo i versi del poeta francese Jules Renard:
"Se si potesse costruire
la casa della felicità,
la stanza più grande
sarebbe la sala d'attesa."
Ciao franco
già, la felicità, sempre irraggiungibile, illusoria e sconosciuta.
Invano, per tutta la vita cerchiamo di viverla, almeno di avvicinarci ad essa, percorrendo strade diverse e attuando propositi, fini che, anche per poco, ci facciano assaporare qualcosa di prossimo a quella che noi pensiamo essere la felicità.
Ma se la felicità è solo una parvenza, quasi il simulacro di una condizione umana auspicata, desiderata, ma impossibile, vale la pena, allora, cercare quanto è fuori dalle possibilità concrete della nostra vita?
Da sempre attendiamo la felicità senza mai conoscerla, incontrarla, lasciandoci, così, appagare, ma pure frustrare dalla speranza che tale incontro, comunque, sia nelle nostre possibilità!
In proposito, richiamo i versi del poeta francese Jules Renard:
"Se si potesse costruire
la casa della felicità,
la stanza più grande
sarebbe la sala d'attesa."
Ciao franco
Ospite- Ospite
Re: La saggezza del Sutra del Loto
"Una mente annebbiata dalle illusioni derivate dall'oscurità innata è come uno
specchio appannato che però, una volta lucidato, sicuramente diverrà chiaro e
rifletterà la natura essenziale di tutti i fenomeni e il vero aspetto della
realtà. Risveglia in te una profonda fede e lucida con cura il tuo specchio
notte e giorno. Come dovresti lucidarlo? Solo recitando "Nam-myoho-renge-kyo".
("Il conseguimento della Buddità in questa esistenza", RSND 1,4; CFR, SND, 4,5
Nichiren Daishonin ).
Innanzi tutto voglio ringraziare di cuore tutti coloro che si sono soffermati
anche per un attimo sul mio intervento, grazie anche a coloro che mi hanno
risposto, mi ha fatto veramente molto piacere, siete favolosi!
Per riprendere il discorso iniziato, vorrei chiarire un paio di punti: la mia
fede, e la recitazione di "Nam-myoho-renge-kyo". Fede autentica significa
combattere le funzioni demoniache, sentire che comunque, nonostante le
intemperie della vita, si può vincere sugli ostacoli e conquistare quella
libertà assoluta che a noi pare tanto irraggiungibile; la fede non emerge all'
improvviso, ma la si acquisisce poco alla volta, con il passare del tempo e il
raggiungimento di obiettivi prefissati. La nostra mente è annebbiata dall'
oscurità fondamentale o ignoranza innata in noi, e se non spezziamo le catene
del karma negativo non riusciremo mai ad essere completamente liberi e
felici.
La recitazione di "Nam-myoho-renge.kyo" ci aiuta a fare emergere il nostro
illimitato potenziale, "Nam" significa "dedicare la propria vita", "dedizione" si
riferisce all'elemento della forma fisica che ci appartiene mentre "vita" si
riferisce all'elemento della mente che ci appartiene. Ma l'insegnamento
fondamentale ci dice che forma e mente non sono due cose. "Myo" significa
"aprire rivitalizzare" e sta per la natura del Dharma o illuminazione, mentre "ho"
rappresenta l'oscurità o l'ignoranza. "Myoho" esprime quindi l'idea che l'
ignoranza e la natura del Dharma sono un'unica entità. "Renge" è "il fiore del
loto" che, nonostante nasca e cresca in acque melmose, è bianco candido e sta
per i due elementi di causa ed effetto. Anche causa ed effetto sono un'unica
entità. Kyo è "il sutra", e rappresenta le voci e le parole di tutti gli esseri
viventi. Quindi recitando questo mandala riusciamo a sconfiggere le illusioni
della vita e ad essere a ritmo con l'intero universo.
Felicità non vuole dire assenza di problemi o preoccupazioni, significa
piuttosto non farci sconfiggere, a prescindere, dai problemi o dalle
preoccupazioni che affrontiamo. Certo, è difficile, ma tutto dipende da noi, se
rimanere immobili sulla nostra mattonella oppure spiccare il balzo verso un
cambiamento interiore e di conseguenza anche esteriore, tutto questo richiede
coraggio ed il più delle volte abbiamo paura dei mutamenti. Penso comunque che
basti un solo attimo ed è fatta! Bisogna rideterminare tutti i giorni,
altrimenti l'ignoranza fondamentale e le illusioni rifanno capolino nella
nostra vita.
Si può cadere certamente, siamo esseri umani e non siamo perfetti, l'importante è
però rialzarsi da soli, ed anche con il sostegno di compagni di fede, che sono
tanto preziosi. "Nam-myoho-renge-kyo" ci permette di coltivare uno stato
interiore di assoluta felicità che non si fa sconfiggere da nessuna sfida
karmica. E' il mezzo con il quale possiamo pulire profondamente la nostra vita.
Solo recitando si può sviluppare e rinnovare la nostra fede e di conseguenza
possiamo continuare ad avanzare senza farci intimorire da alcuna difficoltà,
aumentando sempre di più la capacità di creare valore in ogni situazione.
Spero abbiate compreso il mio messaggio, ciò che cerco di spiegarvi è come mi
sono avvicinata alla pratica buddista e come tutto ciò abbia trasformato
positivamente la mia vita facendo di me una persona completamente diversa. Nell'
arco della giornata non mi dimentico mai neanche per un attimo di avere aderito
a questa "filosofia di vita" perché Buddismo = vita quotidiana. Ma tutto ciò
alla prossima!
Patty B.
specchio appannato che però, una volta lucidato, sicuramente diverrà chiaro e
rifletterà la natura essenziale di tutti i fenomeni e il vero aspetto della
realtà. Risveglia in te una profonda fede e lucida con cura il tuo specchio
notte e giorno. Come dovresti lucidarlo? Solo recitando "Nam-myoho-renge-kyo".
("Il conseguimento della Buddità in questa esistenza", RSND 1,4; CFR, SND, 4,5
Nichiren Daishonin ).
Innanzi tutto voglio ringraziare di cuore tutti coloro che si sono soffermati
anche per un attimo sul mio intervento, grazie anche a coloro che mi hanno
risposto, mi ha fatto veramente molto piacere, siete favolosi!
Per riprendere il discorso iniziato, vorrei chiarire un paio di punti: la mia
fede, e la recitazione di "Nam-myoho-renge-kyo". Fede autentica significa
combattere le funzioni demoniache, sentire che comunque, nonostante le
intemperie della vita, si può vincere sugli ostacoli e conquistare quella
libertà assoluta che a noi pare tanto irraggiungibile; la fede non emerge all'
improvviso, ma la si acquisisce poco alla volta, con il passare del tempo e il
raggiungimento di obiettivi prefissati. La nostra mente è annebbiata dall'
oscurità fondamentale o ignoranza innata in noi, e se non spezziamo le catene
del karma negativo non riusciremo mai ad essere completamente liberi e
felici.
La recitazione di "Nam-myoho-renge.kyo" ci aiuta a fare emergere il nostro
illimitato potenziale, "Nam" significa "dedicare la propria vita", "dedizione" si
riferisce all'elemento della forma fisica che ci appartiene mentre "vita" si
riferisce all'elemento della mente che ci appartiene. Ma l'insegnamento
fondamentale ci dice che forma e mente non sono due cose. "Myo" significa
"aprire rivitalizzare" e sta per la natura del Dharma o illuminazione, mentre "ho"
rappresenta l'oscurità o l'ignoranza. "Myoho" esprime quindi l'idea che l'
ignoranza e la natura del Dharma sono un'unica entità. "Renge" è "il fiore del
loto" che, nonostante nasca e cresca in acque melmose, è bianco candido e sta
per i due elementi di causa ed effetto. Anche causa ed effetto sono un'unica
entità. Kyo è "il sutra", e rappresenta le voci e le parole di tutti gli esseri
viventi. Quindi recitando questo mandala riusciamo a sconfiggere le illusioni
della vita e ad essere a ritmo con l'intero universo.
Felicità non vuole dire assenza di problemi o preoccupazioni, significa
piuttosto non farci sconfiggere, a prescindere, dai problemi o dalle
preoccupazioni che affrontiamo. Certo, è difficile, ma tutto dipende da noi, se
rimanere immobili sulla nostra mattonella oppure spiccare il balzo verso un
cambiamento interiore e di conseguenza anche esteriore, tutto questo richiede
coraggio ed il più delle volte abbiamo paura dei mutamenti. Penso comunque che
basti un solo attimo ed è fatta! Bisogna rideterminare tutti i giorni,
altrimenti l'ignoranza fondamentale e le illusioni rifanno capolino nella
nostra vita.
Si può cadere certamente, siamo esseri umani e non siamo perfetti, l'importante è
però rialzarsi da soli, ed anche con il sostegno di compagni di fede, che sono
tanto preziosi. "Nam-myoho-renge-kyo" ci permette di coltivare uno stato
interiore di assoluta felicità che non si fa sconfiggere da nessuna sfida
karmica. E' il mezzo con il quale possiamo pulire profondamente la nostra vita.
Solo recitando si può sviluppare e rinnovare la nostra fede e di conseguenza
possiamo continuare ad avanzare senza farci intimorire da alcuna difficoltà,
aumentando sempre di più la capacità di creare valore in ogni situazione.
Spero abbiate compreso il mio messaggio, ciò che cerco di spiegarvi è come mi
sono avvicinata alla pratica buddista e come tutto ciò abbia trasformato
positivamente la mia vita facendo di me una persona completamente diversa. Nell'
arco della giornata non mi dimentico mai neanche per un attimo di avere aderito
a questa "filosofia di vita" perché Buddismo = vita quotidiana. Ma tutto ciò
alla prossima!
Patty B.
Patty B.- Messaggi : 15
Data d'iscrizione : 17.01.10
La saggezza del Sutra del Loto 3
Rafforza la tua fede ancora di più. Il ghiaccio è fatto di acqua, ma è più freddo dell’acqua; il colore blu si ottiene dall’indaco, ma quando qualcosa viene ripetutamente tinta in questo, assume un colore più intenso di quello della pianta di indaco. Benché il Sutra del Loto sia sempre uguale, se tu continui a rafforzare la fede, il tuo colore sarà più intenso di quello degli altri e riceverai più benefici di loro. (…)
La supremazia della Legge Nichiren Daishonin 1275
Come affermano queste parole, scritte nel lontano 1275 da Nichiren Daishonin ad una sua discepola, se noi rafforziamo la nostra fede giorno per giorno riusciremo ad ottenere uno stato vitale altissimo e i benefici nella nostra vita si manifesteranno in maniera sempre più evidente ed emergerà nella nostra vita lo stato vitale della Buddità.
La nostra vita sarà arricchita da una gioia indistruttibile il nostro io interiore sarà splendente come il sole e riusciremo a manifestare le 4 virtù del Budda: eternità, felicità, vero io e purezza.
Le parole di questa lettera mi hanno sempre incoraggiato tantissimo, perché è proprio rafforzando la nostra fede che riusciamo a raggiungere benefici insperati, ma, in sostanza, cosa significa rafforzare la fede? Perseverare ecco, cosa significa, non abbandonare mai la pratica, determinare, pregare ed agire questo è il nostro motto. A tutto ciò si somma anche la pratica per gli altri perché per ottenere la felicità assoluta, suprema, bisogna fare sì che anche le persone che ci circondano, ovvero del nostro ambiente, siano anch’essi felici.
Per tutta la vita ho sempre cercato quella libertà interiore che non riuscivo a trovare, vagavo inutilmente e affioravano una marea di dubbi e, soprattutto non riuscivo a capire come si potesse riuscire a creare valore nella nostra breve esistenza, ora so con certezza che posso osare e chiedere a me stessa sempre di più, non voglio nella maniera più assoluta accontentarmi e la mia vita si sta arricchendo ogni giorno di più, il mio io si fonde con l’universo e piano piano prende un ritmo stupefacente che riesce a trascendere ogni blocco mentale perché osservo la mia mente e capisco finalmente che questa è il Budda (naturalmente non solo la mia mente ma quella di tutti gli esseri umani è il Budda perché la Buddità è intrinseca alla vita di ogni persona, nessuno escluso).
Nichiren Daishonin scrive a una sua discepola: “Diventerai più giovane e accumulerai fortuna”. Anche se, comunque gli anni trascorrono e l’età avanza chi abbraccia il Sutra del Loto e recita Nam-myoho-renge-kyo è in grado di trasformare ogni cosa e, di diventare ogni giorno più giovane e vitale.
Concludo ora con una frase del nostro Maestro Daisaku Ikeda: “ Gli esseri umani sono dotati di un potere e di un potenziale incredibili. Quanto è magnifico il potere che possiamo fare emergere dalle nostre vite, in quanto persone che abbracciano la fede nel Gohonzon! (nostro oggetto di culto) Se recitiamo Daimoku (Nam-myoho-renge-kyo) con tutto il cuore e ci dedichiamo con impegno, saremo in grado di ottenere senza dubbio grandi risultati.
Quanto sono vere queste parole! Ho sperimentato ciò con la mia vita.
Saluti, alla prossima! Patty B.
La supremazia della Legge Nichiren Daishonin 1275
Come affermano queste parole, scritte nel lontano 1275 da Nichiren Daishonin ad una sua discepola, se noi rafforziamo la nostra fede giorno per giorno riusciremo ad ottenere uno stato vitale altissimo e i benefici nella nostra vita si manifesteranno in maniera sempre più evidente ed emergerà nella nostra vita lo stato vitale della Buddità.
La nostra vita sarà arricchita da una gioia indistruttibile il nostro io interiore sarà splendente come il sole e riusciremo a manifestare le 4 virtù del Budda: eternità, felicità, vero io e purezza.
Le parole di questa lettera mi hanno sempre incoraggiato tantissimo, perché è proprio rafforzando la nostra fede che riusciamo a raggiungere benefici insperati, ma, in sostanza, cosa significa rafforzare la fede? Perseverare ecco, cosa significa, non abbandonare mai la pratica, determinare, pregare ed agire questo è il nostro motto. A tutto ciò si somma anche la pratica per gli altri perché per ottenere la felicità assoluta, suprema, bisogna fare sì che anche le persone che ci circondano, ovvero del nostro ambiente, siano anch’essi felici.
Per tutta la vita ho sempre cercato quella libertà interiore che non riuscivo a trovare, vagavo inutilmente e affioravano una marea di dubbi e, soprattutto non riuscivo a capire come si potesse riuscire a creare valore nella nostra breve esistenza, ora so con certezza che posso osare e chiedere a me stessa sempre di più, non voglio nella maniera più assoluta accontentarmi e la mia vita si sta arricchendo ogni giorno di più, il mio io si fonde con l’universo e piano piano prende un ritmo stupefacente che riesce a trascendere ogni blocco mentale perché osservo la mia mente e capisco finalmente che questa è il Budda (naturalmente non solo la mia mente ma quella di tutti gli esseri umani è il Budda perché la Buddità è intrinseca alla vita di ogni persona, nessuno escluso).
Nichiren Daishonin scrive a una sua discepola: “Diventerai più giovane e accumulerai fortuna”. Anche se, comunque gli anni trascorrono e l’età avanza chi abbraccia il Sutra del Loto e recita Nam-myoho-renge-kyo è in grado di trasformare ogni cosa e, di diventare ogni giorno più giovane e vitale.
Concludo ora con una frase del nostro Maestro Daisaku Ikeda: “ Gli esseri umani sono dotati di un potere e di un potenziale incredibili. Quanto è magnifico il potere che possiamo fare emergere dalle nostre vite, in quanto persone che abbracciano la fede nel Gohonzon! (nostro oggetto di culto) Se recitiamo Daimoku (Nam-myoho-renge-kyo) con tutto il cuore e ci dedichiamo con impegno, saremo in grado di ottenere senza dubbio grandi risultati.
Quanto sono vere queste parole! Ho sperimentato ciò con la mia vita.
Saluti, alla prossima! Patty B.
Patty B.- Messaggi : 15
Data d'iscrizione : 17.01.10
La Saggezza del Sutra del Loto
La saggezza del Sutra del Loto
In risposta all’intervento di Admin “Inferno a Kabul”, volevo appunto sottolineare che per riuscire a sconfiggere l’oscurità fondamentale degli esseri umani è necessario sostituire all’ego la forza della Buddità e, ricominciare “disarmati” che non significa privi di armi nel vero senso della parola, ma, disarmati nel nostro io più profondo ricercando la capacità di dialogare senza compromessi, un dialogo che ha il potere di rimarginare le ferite della separazione proprie della società odierna, perchè non esiste alcun disarmo esteriore senza quello interiore.
Noi, nella società odierna siamo separati da tutto, anche se purtroppo non ce ne rendiamo conto, siamo separati dalla nostra famiglia, dagli amici, dai conoscenti, dall’ambiente, dagli animali e dalla natura ci siamo creati vite di isolamento. E’ fondamentale per me cercare di vedere “l’altro” con occhi diversi, non avere un “velo di maia” (come se ricordo bene dichiarava il filosofo Shopenhauer), e giudicare solamente perché “l’altro” mi fa soffrire, ma ricercare la grandezza del potenziale che è nella vita di quella persona.
Noi uomini non siamo delle monadi e, appunto dobbiamo cercare di uscire dalla nostra “monade” Leibniz) e aprirci alla vita stessa, perché ogni persona (illuminata o oscurata che sia) è la vita stessa, questa è l’entità di tutti i fenomeni. Uscire allo scoperto, che significa? Vuole dire inchinarsi davanti alla immensa potenzialità intrinseca alla vita di ogni essere umano che poi è anche la nostra potenzialità, ogni singola vita è indissolubilmente legata alle altre vite e, quindi, tutti, nessuno escluso può manifestare questo gioiello prezioso che tutti possediamo. In questa maniera si possono senza alcun dubbio evitare i conflitti e l’ignoranza fondamentale sicuramente non prende sopravvento. Il cambiamento di una singola persona può contribuire alla trasformazione di un’intera nazione e portare al cambiamento dell’intera umanità.
Se ti inchini davanti a uno specchio anche la figura che vedi ritratta in esso si inchina a sua volta, ed è proprio così che noi dobbiamo vedere la persona che ci sta di fronte, questo vuole dire ricominciare “disarmati”, è una bella sfida!
Concludo ora con una frase del Budda Shakyamuni, il quale afferma: Affrettati a fare il bene, trattieni la tua mente dal male. La mente di chi è pigro nel fare il bene si diletterà nel male. (The Dhammapada: Sayings of the Buddha, trad. di Thomas Cleary, Bantam Books, New York, 1994, pag. 43.)
In risposta all’intervento di Admin “Inferno a Kabul”, volevo appunto sottolineare che per riuscire a sconfiggere l’oscurità fondamentale degli esseri umani è necessario sostituire all’ego la forza della Buddità e, ricominciare “disarmati” che non significa privi di armi nel vero senso della parola, ma, disarmati nel nostro io più profondo ricercando la capacità di dialogare senza compromessi, un dialogo che ha il potere di rimarginare le ferite della separazione proprie della società odierna, perchè non esiste alcun disarmo esteriore senza quello interiore.
Noi, nella società odierna siamo separati da tutto, anche se purtroppo non ce ne rendiamo conto, siamo separati dalla nostra famiglia, dagli amici, dai conoscenti, dall’ambiente, dagli animali e dalla natura ci siamo creati vite di isolamento. E’ fondamentale per me cercare di vedere “l’altro” con occhi diversi, non avere un “velo di maia” (come se ricordo bene dichiarava il filosofo Shopenhauer), e giudicare solamente perché “l’altro” mi fa soffrire, ma ricercare la grandezza del potenziale che è nella vita di quella persona.
Noi uomini non siamo delle monadi e, appunto dobbiamo cercare di uscire dalla nostra “monade” Leibniz) e aprirci alla vita stessa, perché ogni persona (illuminata o oscurata che sia) è la vita stessa, questa è l’entità di tutti i fenomeni. Uscire allo scoperto, che significa? Vuole dire inchinarsi davanti alla immensa potenzialità intrinseca alla vita di ogni essere umano che poi è anche la nostra potenzialità, ogni singola vita è indissolubilmente legata alle altre vite e, quindi, tutti, nessuno escluso può manifestare questo gioiello prezioso che tutti possediamo. In questa maniera si possono senza alcun dubbio evitare i conflitti e l’ignoranza fondamentale sicuramente non prende sopravvento. Il cambiamento di una singola persona può contribuire alla trasformazione di un’intera nazione e portare al cambiamento dell’intera umanità.
Se ti inchini davanti a uno specchio anche la figura che vedi ritratta in esso si inchina a sua volta, ed è proprio così che noi dobbiamo vedere la persona che ci sta di fronte, questo vuole dire ricominciare “disarmati”, è una bella sfida!
Concludo ora con una frase del Budda Shakyamuni, il quale afferma: Affrettati a fare il bene, trattieni la tua mente dal male. La mente di chi è pigro nel fare il bene si diletterà nel male. (The Dhammapada: Sayings of the Buddha, trad. di Thomas Cleary, Bantam Books, New York, 1994, pag. 43.)
Patty B.- Messaggi : 15
Data d'iscrizione : 17.01.10
La saggezza del sutra del Loto 5
Ciao splendidi personaggi! Oggi vi propongo uno speciale del filosofo giapponese Daisaku Ikeda, nonchè presidente della nostr organizzazione buddista. Leggetelo fino alla fine, l'argomento ci riguarda tutti ed è interessantissimo! Arrivederci e buona lettura miei cari! Patty B.
Il punto di vista del Buddismo su un tema di interesse sociale, affrontato in una serie di articoli da differenti angolazioni.
Speciale
Un vuoto di valori
Il nichilismo e il pessimismo oggi imperanti sono solo in apparenza derivati dalla crisi economica, ma in realtà sono anch'essi un effetto del dilagante culto del denaro. Per uscire da questo vuoto di valori occorre ridefinire le nostre priorità.
Ora vorrei esaminare quello che io considero un problema ancora più profondo: il pessimismo, o addirittura il nichilismo, che pervade la società contemporanea.
Generalmente il nichilismo viene associato all'affermazione di Friedrich Nietzsche (1844-1900) sulla morte di Dio. Tuttavia il nichilismo non è un fenomeno esclusivamente europeo, ma è presente in varie forme anche nel pensiero orientale. Qui utilizzerò questo termine per indicare la patologia che, come un'esalazione malsana, incombe sul paesaggio umano lacerato dalle dolorose contraddizioni della globalizzazione. Questa tendenza si avverte chiaramente in Giappone, nella vena di pessimismo che affiora nella comunicazione e nelle relazioni umane in questo paese, le cui cause a mio avviso sono ascrivibili soltanto in parte alla fine di un ciclo di forte e costante crescita economica.
Il senso di decadenza che avvertiamo oggi è caratterizzato da un pessimismo e da un nichilismo che differiscono dall'esperienza vissuta durante la Grande depressione degli anni trenta, quando almeno il socialismo sembrava offrire un'alternativa al sistema dominante. Il pessimismo che domina oggi sembra in apparenza l'esatto contrario dell'attivismo frenetico scatenato da una bolla inflazionistica, ma a un'analisi più attenta scopriamo che sono entrambi aspetti di uno stesso fenomeno.
Emmanuel Todd, noto politologo francese, spiega così "il culmine logico" della globalizzazione incentrata sulla finanza: «Desiderando "liberare l'individuo" dalle costrizioni del collettivo, è riuscita soltanto a creare individui mediocri che, in preda al terrore, si rifugiano nel culto e nell'accumulo del denaro».3
In altre parole, si può dire che l'altra faccia del mammonismo [culto di Mammona, figura biblica che rappresenta la ricchezza materiale idolatrata, n.d.t.] sia il nichilismo. Per quanto possano sembrare diametralmente opposti, essi sono in realtà gli inevitabili gemelli partoriti dalla civiltà. Mammonismo e nichilismo sono il prodotto di un'epoca che potremmo chiamare un interregno senza valori, in cui l'unica unità di misura riconosciuta per determinare il valore è la moneta. Perfino gli aspetti negativi della globalizzazione, come la povertà o la disparità di reddito, vengono affrontati unicamente in termini di valori monetari, rendendo sterile e priva di anima qualsiasi discussione su questi temi.
Le crescenti disparità di reddito sono un fatto innegabile e non possiamo permetterci di chiudere gli occhi di fronte alle tante tragedie, ai delitti e ai suicidi che hanno causato. Da tempo ho sottolineato che c'è una responsabilità politica su cui ricade l'onere di trovare una soluzione a questi problemi. Le misure legali e strutturali adottate per creare e mantenere le reti di sicurezza sociale sono un'espressione necessaria di quei valori etici, quali la giustizia e l'equità, su cui si fonda un ordine sociale stabile. La mia grande preoccupazione però è che gli sforzi tesi a migliorare le condizioni materiali servano solo a curare i sintomi, mentre occorrerebbero misure e rimedi più profondi. Per trovare una soluzione efficace e duratura abbiamo bisogno di un rinforzo spirituale che ci aiuti a ridefinire le nostre priorità.
Nell'epoca moderna la capacità economica - l'abilità ad aumentare al massimo i profitti e la ricchezza materiale - è considerata il solo criterio per giudicare il valore umano. Questa tendenza cronica della civiltà moderna e del capitalismo, alimentata dall'espansione illimitata e senza controllo del desiderio, è rimasta sostanzialmente senza correttivi soprattutto dopo il fallimento del gigantesco e devastante esperimento del comunismo sovietico. Ora, a distanza di quasi quarant'anni dal severo monito lanciato dal Club di Roma nel rapporto I limiti della crescita, ritengo che l'umanità debba finalmente trarre un insegnamento dalla dura lezione che le ha impartito il dissesto globale attuale e riconoscere questa patologia fondamentale.
Dobbiamo renderci conto che il sistema di valori basato sulla capacità economica come unico metro di giudizio del valore umano non è altro che il sistema di valori degli individui mediocri descritti da Todd, e può addirittura rappresentare l'assenza assoluta di qualsiasi valore. Dobbiamo interrogarci sulle ragioni di questo dilagare del pessimismo e del nichilismo nelle società industriali avanzate, nelle quali i cittadini hanno un tenore di vita, in termini strettamente materiali, di gran lunga più alto di quello dei monarchi e degli aristocratici del passato.
Il punto di vista del Buddismo su un tema di interesse sociale, affrontato in una serie di articoli da differenti angolazioni.
Speciale
Un vuoto di valori
Il nichilismo e il pessimismo oggi imperanti sono solo in apparenza derivati dalla crisi economica, ma in realtà sono anch'essi un effetto del dilagante culto del denaro. Per uscire da questo vuoto di valori occorre ridefinire le nostre priorità.
Ora vorrei esaminare quello che io considero un problema ancora più profondo: il pessimismo, o addirittura il nichilismo, che pervade la società contemporanea.
Generalmente il nichilismo viene associato all'affermazione di Friedrich Nietzsche (1844-1900) sulla morte di Dio. Tuttavia il nichilismo non è un fenomeno esclusivamente europeo, ma è presente in varie forme anche nel pensiero orientale. Qui utilizzerò questo termine per indicare la patologia che, come un'esalazione malsana, incombe sul paesaggio umano lacerato dalle dolorose contraddizioni della globalizzazione. Questa tendenza si avverte chiaramente in Giappone, nella vena di pessimismo che affiora nella comunicazione e nelle relazioni umane in questo paese, le cui cause a mio avviso sono ascrivibili soltanto in parte alla fine di un ciclo di forte e costante crescita economica.
Il senso di decadenza che avvertiamo oggi è caratterizzato da un pessimismo e da un nichilismo che differiscono dall'esperienza vissuta durante la Grande depressione degli anni trenta, quando almeno il socialismo sembrava offrire un'alternativa al sistema dominante. Il pessimismo che domina oggi sembra in apparenza l'esatto contrario dell'attivismo frenetico scatenato da una bolla inflazionistica, ma a un'analisi più attenta scopriamo che sono entrambi aspetti di uno stesso fenomeno.
Emmanuel Todd, noto politologo francese, spiega così "il culmine logico" della globalizzazione incentrata sulla finanza: «Desiderando "liberare l'individuo" dalle costrizioni del collettivo, è riuscita soltanto a creare individui mediocri che, in preda al terrore, si rifugiano nel culto e nell'accumulo del denaro».3
In altre parole, si può dire che l'altra faccia del mammonismo [culto di Mammona, figura biblica che rappresenta la ricchezza materiale idolatrata, n.d.t.] sia il nichilismo. Per quanto possano sembrare diametralmente opposti, essi sono in realtà gli inevitabili gemelli partoriti dalla civiltà. Mammonismo e nichilismo sono il prodotto di un'epoca che potremmo chiamare un interregno senza valori, in cui l'unica unità di misura riconosciuta per determinare il valore è la moneta. Perfino gli aspetti negativi della globalizzazione, come la povertà o la disparità di reddito, vengono affrontati unicamente in termini di valori monetari, rendendo sterile e priva di anima qualsiasi discussione su questi temi.
Le crescenti disparità di reddito sono un fatto innegabile e non possiamo permetterci di chiudere gli occhi di fronte alle tante tragedie, ai delitti e ai suicidi che hanno causato. Da tempo ho sottolineato che c'è una responsabilità politica su cui ricade l'onere di trovare una soluzione a questi problemi. Le misure legali e strutturali adottate per creare e mantenere le reti di sicurezza sociale sono un'espressione necessaria di quei valori etici, quali la giustizia e l'equità, su cui si fonda un ordine sociale stabile. La mia grande preoccupazione però è che gli sforzi tesi a migliorare le condizioni materiali servano solo a curare i sintomi, mentre occorrerebbero misure e rimedi più profondi. Per trovare una soluzione efficace e duratura abbiamo bisogno di un rinforzo spirituale che ci aiuti a ridefinire le nostre priorità.
Nell'epoca moderna la capacità economica - l'abilità ad aumentare al massimo i profitti e la ricchezza materiale - è considerata il solo criterio per giudicare il valore umano. Questa tendenza cronica della civiltà moderna e del capitalismo, alimentata dall'espansione illimitata e senza controllo del desiderio, è rimasta sostanzialmente senza correttivi soprattutto dopo il fallimento del gigantesco e devastante esperimento del comunismo sovietico. Ora, a distanza di quasi quarant'anni dal severo monito lanciato dal Club di Roma nel rapporto I limiti della crescita, ritengo che l'umanità debba finalmente trarre un insegnamento dalla dura lezione che le ha impartito il dissesto globale attuale e riconoscere questa patologia fondamentale.
Dobbiamo renderci conto che il sistema di valori basato sulla capacità economica come unico metro di giudizio del valore umano non è altro che il sistema di valori degli individui mediocri descritti da Todd, e può addirittura rappresentare l'assenza assoluta di qualsiasi valore. Dobbiamo interrogarci sulle ragioni di questo dilagare del pessimismo e del nichilismo nelle società industriali avanzate, nelle quali i cittadini hanno un tenore di vita, in termini strettamente materiali, di gran lunga più alto di quello dei monarchi e degli aristocratici del passato.
Patty B.- Messaggi : 15
Data d'iscrizione : 17.01.10
L'impossibile in possibile
LA SAGGEZZA DEL SUTRA DEL LOTO 6
Si può trasformare l’impossibile in possibile?
Bella domanda, la maggior parte delle persone risponderebbe in maniera negativa, ma per chi pratica il Buddismo di Nichiren la trasformazione è possibile, nel Gosho (lettere di Nichiren Daishonin ai suoi discepoli) Nichiren afferma: “Può accadere che uno miri alla terra e manchi il bersaglio, che qualcuno riesca a legare i cieli, che le maree cessino di fluire e rifluire o che il sole sorga ad ovest, ma non accadrà mai che la preghiera di un devoto del Sutra del Loto rimanga senza risposta”(SND 9, 182).
Naturalmente questo accade quando pratichiamo con una fortissima determinazione e affidandoci completamente al Gohonzon (oggetto di culto) e questo è fondamentale. Quando recitiamo con tutto il cuore Nam myho renge kyo emerge dalla nostra vita una saggezza vastissima ed una forza infinita ed ecco che allora avviene quello che molti potrebbero definire “miracolo” oppure semplicemente “magia” ma che non è né l’una né l’altra cosa è solo il nostro io che si trasforma e che fa scaturire dalla nostra interiorità uno stato vitale immenso.
Importantissimo è pregare come dicevo prima ovvero con una fortissima determinazione: “Sto pregando intensamente come se dovessi accendere il fuoco con la legna bagnata o estrarre l’acqua dal deserto, affinché, nonostante questa sia un’epoca di disordini, il Sutra del Loto e le Jurasetsu proteggano ciascuno di voi” (Cancellare le colpe denunciando le offese alla legge, SND 7, 172).
Questa frase ci fa intendere come, nei momenti più bui o critici della nostra vita bisogna recitare. In generale vince come dichiara il nostro maestro Daisaku Ikeda, chi ha questo tipo di determinazione: Vincerò assolutamente! Quando abbiamo un problema, un ostacolo duro, una grande sofferenza è proprio così, decidendo di risolvere la situazione a tutti i costi che realizzeremo il nostro obiettivo, non importa quanto recitiamo, è fondamentale recitare questo mantra con tutti noi stessi e solo così riusciremo a percepire la natura di Budda che è dentro di noi.
Lucidando e purificando il diamante inerente alle nostre vite con il Nam myho rege kyo brilleremo di una luce intensissima e le nostre saranno “vite di diamante” così è chiamata la vita del Budda, così avviene la trasformazione dell’impossibile in possibile. Non esistono altri segreti, non ci sono poteri sovrannaturali.
In questo terzo millennio, nel quale dominano i conflitti, nel quale siamo preda del nichilismo più assoluto c’è bisogno di una filosofia umanistica che ci permetta di godere di una condizione vitale di massima felicità, il potere che innalza la condizione vitale di tutto il genere umano, solo così si potrà mettere fine ai conflitti più disastrosi e creare un’armonia meravigliosa fra tutti paesi del mondo.
Spero con questo mio intervento di essere stata chiara ed incisiva.
Patty B.
Patty B.- Messaggi : 15
Data d'iscrizione : 17.01.10
Re: La saggezza del Sutra del Loto
Cara Patty, il convincimento giudaico-cristiano che la fede può muovere le montagne è comune ad altre religioni, come tu stessa ci dimostri. Per domare l'impossibile tramite la fede, il buddismo segue una strada tutta sua, molto originale, che non gioca di sponda con nessuna entità soprannaturale. Ma a che cosa si appella o si appiglia il buddismo, se nega l'esistenza di un dio ? In seguito a tante conversazioni e confronti con te ed i tuoi compagni di viaggio, e dopo qualche attenta lettura, mi sento di asserire quanto segue:
attraverso la recitazione sistematica della formula mantrica "Nam-myoho-renge-kyo" si ottengono benefici non solo interiori, come una certa purificazione spirituale ed un innalzamento del proprio tono vitale o livello energetico. Si consegue anche la possibilità di modificare la realtà "esterna " al nostro io. Questo perché, secondo la metafisica buddista, la separazione tra il nostro io ed i fenomeni della natura, l'io degli altri e tutti i contesti situazionali umani, è solo una illusione. L'io di ognuno di noi ed i fenomeni hanno le loro radici in uno stesso seme o programma cosmico. Recìtando la formula mantrica si apre una sorta di corridoio o tunnel nel nostro io profondo, che scende ancor più in profondità, fino a raggiungere il nocciolo della realtà, o seme o programma che genera tutte le cose. Raggiunto il programma della generazione e rigenerazione del reale, l'io individuale può interagire con esso e modificarlo. Per cui in superficie, ovvero nel mondo fenomenico, avvengono delle modificazioni che appaiono prodigiose. Ma siamo stati noi a produrle, con la nostra recitazione-preghiera che apre certi canali.
Ho detto male ? Correggimi, ho aperto questo forum anche per questo !
attraverso la recitazione sistematica della formula mantrica "Nam-myoho-renge-kyo" si ottengono benefici non solo interiori, come una certa purificazione spirituale ed un innalzamento del proprio tono vitale o livello energetico. Si consegue anche la possibilità di modificare la realtà "esterna " al nostro io. Questo perché, secondo la metafisica buddista, la separazione tra il nostro io ed i fenomeni della natura, l'io degli altri e tutti i contesti situazionali umani, è solo una illusione. L'io di ognuno di noi ed i fenomeni hanno le loro radici in uno stesso seme o programma cosmico. Recìtando la formula mantrica si apre una sorta di corridoio o tunnel nel nostro io profondo, che scende ancor più in profondità, fino a raggiungere il nocciolo della realtà, o seme o programma che genera tutte le cose. Raggiunto il programma della generazione e rigenerazione del reale, l'io individuale può interagire con esso e modificarlo. Per cui in superficie, ovvero nel mondo fenomenico, avvengono delle modificazioni che appaiono prodigiose. Ma siamo stati noi a produrle, con la nostra recitazione-preghiera che apre certi canali.
Ho detto male ? Correggimi, ho aperto questo forum anche per questo !
L'impossibile in possibile
Rispondo a Davide anche se con un notevole ritardo, perdono! Sono stata inpegnatissima.
Hai capito perfettamente tutto, sei un genio, è proprio attraverso la recitazione della frase Nam myoho renge kyo che si eleva il nostro stato vitale e che entriamo, noi microcosmo dell'universo, a ritmo con il macrocosmo e, dal profondo del nostro cuore scaturisce una saggezza infinita ed il coraggio per potere affrontare le avversità della vita. La Buddità, affermava Nichiren Daishonin, non è nulla di eccezionale, non si acquistano poteri sovrannaturali, è solo quella nona coscienza incontaminata che tutti possediamo e che emerge quando andiamo con la recitazione a richiamare la nostra Buddità, diciamo che è un pò come il "conosci te stesso" di Socrate.
"Se in un singolo istante di vita esauriamo le sofferenze e gli sforzi di milioni di kalpa, (un periodo di tempo della durata di qualche migliaia di anni) allora istante dopo istante sorgeranno in noi i tre corpi del Budda di cui siamo eternamente dotati". (Raccolta degli insegnamenti orali Nichiren Daishonin).
Il Buddismo del Daishonin è il Buddismo della gente comune.
Spero di essere stata chiara. A presto! Patty
Hai capito perfettamente tutto, sei un genio, è proprio attraverso la recitazione della frase Nam myoho renge kyo che si eleva il nostro stato vitale e che entriamo, noi microcosmo dell'universo, a ritmo con il macrocosmo e, dal profondo del nostro cuore scaturisce una saggezza infinita ed il coraggio per potere affrontare le avversità della vita. La Buddità, affermava Nichiren Daishonin, non è nulla di eccezionale, non si acquistano poteri sovrannaturali, è solo quella nona coscienza incontaminata che tutti possediamo e che emerge quando andiamo con la recitazione a richiamare la nostra Buddità, diciamo che è un pò come il "conosci te stesso" di Socrate.
"Se in un singolo istante di vita esauriamo le sofferenze e gli sforzi di milioni di kalpa, (un periodo di tempo della durata di qualche migliaia di anni) allora istante dopo istante sorgeranno in noi i tre corpi del Budda di cui siamo eternamente dotati". (Raccolta degli insegnamenti orali Nichiren Daishonin).
Il Buddismo del Daishonin è il Buddismo della gente comune.
Spero di essere stata chiara. A presto! Patty
Patty B.- Messaggi : 15
Data d'iscrizione : 17.01.10
Re: La saggezza del Sutra del Loto
Gentile Patty, io non me ne intendo. Vorrei sapere se tutta la pratica del tuo buddismo si esaurisce nel recitare questa formula. E quante volte? E quante volte al giorno? A volontà? Io credevo che vi fosse anche una specie di liturgia..."Non c'è vera felicità per gli esseri umani al di fuori del recitare Nam-myoho-renge-kyo" (GZ. 1143) Nichiren Daishonin
filippo- Messaggi : 2
Data d'iscrizione : 13.03.11
La Saggezza del Sutra del Loto
Caro Filippo,
il nostro mantra lo si recita più volte al giorno e soprattutto nei momenti più critici e difficili comunque anche nei periodi in cui tutto procede per il meglio. Con questa frase invochiamo la nostra buddità ovvero innalziamo il nostro stato vitale quindi, affrontiamo gli ostacoli più facilmente trasformando i nostri limiti in giuste cause per noi e per il nostro ambiente, in pratica trasformiamo il veleno (o oscurità ignoranza fondamentale) in medicina (o illuminazione). Spero di essere stata chiara, se hai altre domande puoi tranquillamente interpellarmi. Grazie!
il nostro mantra lo si recita più volte al giorno e soprattutto nei momenti più critici e difficili comunque anche nei periodi in cui tutto procede per il meglio. Con questa frase invochiamo la nostra buddità ovvero innalziamo il nostro stato vitale quindi, affrontiamo gli ostacoli più facilmente trasformando i nostri limiti in giuste cause per noi e per il nostro ambiente, in pratica trasformiamo il veleno (o oscurità ignoranza fondamentale) in medicina (o illuminazione). Spero di essere stata chiara, se hai altre domande puoi tranquillamente interpellarmi. Grazie!
Patty B.- Messaggi : 15
Data d'iscrizione : 17.01.10
VIVA I BIDELLI :: *Gli altri sono "i belli" e noi siamo "i bidelli"* :: Temi politici, sociali ed un po' filosofici
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