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IL DRAMMA DI POMIGLIANO

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Messaggio  Davide Selis Mar Giu 15, 2010 8:15 pm

Lo vivo con angoscia. Mai come i lavoratori coinvolti, certo, ma pur sempre con un filo di angoscia. Un conflitto tra i diritti ed il lavoro è per me una delle prove più dure.

Sarebbe facile per me fare bella figura, aumentare il credito del mio forum, atteggiarmi ad intellettuale idealista e "a la page", e sostenere l'intoccabilità ASSOLUTA del diritto di sciopero. Una parte di me vorrebbe questo. Ma sapermi schierare quando occorre è una delle poche cose che io so fare. In questo caso:
IO STO CON CHIAMPARINO CHE CRITICA LA FIOM. PER IL PANE ALTRUI CI VUOLE PIU' RISPETTO.
IO STO CON CGIL CISL E UGL, IN QUESTO CASO. ONORE A LORO, IN QUESTO CASO.

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Messaggio  Admin Mer Giu 16, 2010 10:01 am

Davide Selis ha scritto:Lo vivo con angoscia. Mai come i lavoratori coinvolti, certo, ma pur sempre con un filo di angoscia. Un conflitto tra i diritti ed il lavoro è per me una delle prove più dure.

Sarebbe facile per me fare bella figura, aumentare il credito del mio forum, atteggiarmi ad intellettuale idealista e "a la page", e sostenere l'intoccabilità ASSOLUTA del diritto di sciopero. Una parte di me vorrebbe questo. Ma sapermi schierare quando occorre è una delle poche cose che io so fare. In questo caso:
IO STO CON CHIAMPARINO CHE CRITICA LA FIOM. PER IL PANE ALTRUI CI VUOLE PIU' RISPETTO.
IO STO CON CGIL CISL E UGL, IN QUESTO CASO. ONORE A LORO, IN QUESTO CASO.
ERRATA CORRIGE:
Dove ho scritto "IO STO CON CGIL CISL E UGL, IN QUESTO CASO" intendevo scrivere "IO STO CON UIL, CISL E UGL, IN QUESTO CASO".

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IL DRAMMA DI POMIGLIANO Empty REFERENDUM ATROCE

Messaggio  Davide Selis Mer Giu 16, 2010 11:31 pm



Dopo la firma dell’accordo separato da parte di alcune componenti sindacali (tutte meno la CGIL) si va verso il referendum tra i lavoratori, per convalidare o bocciare l’accordo sottoscritto. E questo è un passo tremendo, scabroso. Se io ho applaudito la CISL e la UIL per aver firmato l’accordo, sacrificando il loro stesso decoro sindacale per l’interesse prioritario dei lavoratori, non apprezzo il ricorso al referendum, anche se vedo bene che era quasi impossibile evitarlo.



La stessa CISL non ha mai assimilato del tutto gli insegnamenti del suo grande BRUNO MANGHI, il quale in un meraviglioso libretto sulla democrazia sindacale (Bruno Manghi, “DEMOCRAZIA MINIMA”, ed. Lavoro 1981) spiegava anche che il referendum, per essere strumento di democrazia sindacale, deve sempre implicare la scelta fra due “SI’”, mai tra un “SI’” ed un “NO”.



Non osservano questa regola le tre grandi confederazioni quando portano alla prova referendaria i contratti, come se un lavoratore fosse veramente libero di rifiutare un beneficio economico, per quanto modesto, in cambio del nulla. Oggi è più che mai scabroso far scegliere “liberamente” ai lavoratori tra una rinuncia al loro posto di lavoro, ed una privazione di un diritto costituzionale.



All’atto pratico, questo referendum avrà come esito l’umiliazione della CGIL. Non che la CGIL non lo meriti, a mio parere: essa diverse volte ha voluto usare l’arma del referendum demagogicamente, per prendersi delle vittorie “morali”, dei successi di immagine che assolutamente la CGIL non meritava di avere. Ma la CGIL è la principale forza del movimento operaio, anche se a Pomigliano non è così, ed un suo indebolimento non giova a nessuno di noi, che stiamo dalla parte dei più deboli, che siamo sulla stessa loro barca..


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Messaggio  Admin Mer Giu 23, 2010 8:32 pm

Ora conosciamo l'esito, sorprendente e confortante: un 36% di NO. La CGIL non ne è uscita affatto umiliata. La previsione mia e di tanti altri commentatori più esperti non si è avverata, e ne sono felice.

Un personalissimo commento a caldo, suscettivo più che mai di rivisitazione critica:
del tutto eroici gli operai che hanno votato NO, su questo sono d'accordo con Antonio Braca. Ma un pochettino eroici, in questo caso soltanto, anche i sindacati che hanno firmato l'accordo.

Per me un miglior esito non si poteva avere: una vittoria del NO poteva significare una immediata grande euforia ed una maggiore sicurezza circa il futuro dei nostri stessi diritti, per noi che abbiamo la fortuna di seguire questa vicenda come spettatori-tifosi. Ma poteva significare anche disperazione e suicidi di padri di famiglia disperati, e BAMBINI DEGLI ALTRI affamati.
Una vittoria schiacciante del SI avrebbe accelerato la deriva della intera società italiana verso la riduzione dei diritti.

In condizioni referendarie così ricattuali, un 36% per cento di NO è una testimonianza altissima di volontà popolare, di radicamento dei diritti nelle coscienze, è UNA SOLIDA BARRIERA PER CONTRASTARE LA DERIVA, almeno culturalmente.
Meglio non poteva andare, questo mostruoso referendum.

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